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+++Puntata “Giovani Talenti” Cancellata+++

In Fuga dei giovani on 31 gennaio 2015 at 13:48

Causa concomitante elezione del Presidente della Repubblica, la puntata di “Giovani Talenti” del 31 gennaio è stata cancellata.

Appuntamento a sabato 7 febbraio!

Losers

In Fuga dei giovani on 28 gennaio 2015 at 09:00

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L’Italia è solo 36esima, nell’ultimo indice di attrattività globale, il “Global Challenge Talent Index”: a penalizzare la Penisola è soprattutto il dislivello che si registra tra la qualità della formazione offerta, e le magre prospettive di carriera che si dischiudono, a studi conclusi.

Se la Penisola figura nelle posizioni di testa nelle competenze “vocazionali” (produttività, skills e qualifiche di alto livello), retrocede clamorosamente quando si prendono in considerazione valorizzazione, appeal internazionale, prospettive di crescita e ritenzione.

Restiamo un Paese poco attrattivo per i talenti internazionali, e -allo stesso tempo- ben poco capace di trattenere i nostri: un problema enorme, dai costi incalcolabili, nell’attuale contesto globale.

In questo contesto l’uscita della cosiddetta norma “acchiappa talenti-cervelli” dal decreto recentemente approvato dal Governo, che avrebbe prolungato e rafforzato la legge Controesodo, rappresenta un’enorme pecca e un errore tattico, commesso dall’esecutivo. Ignote al momento le cause della cancellazione della norma, la cui approvazione da parte del CdM era data per scontata. Vi terremo aggiornati.

Altri dati rafforzano la tesi della necessità di lavorare -a livello legislativo- sulla ritenzione dei talenti: il giornale “La Repubblica” ha recentemente reso noto che ben 2363 medici (stima per difetto) hanno fatto domanda -lo scorso anno- per trovare lavoro all’estero. Nel 2009 erano appena 396…

Il tutto mentre sia Germania sia Gran Bretagna si trovano a dover fare i conti con cifre record di immigrazione, soprattutto dall’interno dell’UE. Quanti nostri connazionali altamente qualificati fanno parte di questa ondata migratoria?

Il “brain drain” è un problema, nella competizione mondiale per i migliori. Anche questo Governo dovrebbe cominciare ad occuparsene. Seriamente.

“Voci di Talenti in Fuga” – Intervista a L’Espresso.it

In Fuga dei giovani on 27 gennaio 2015 at 09:00

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Pubblichiamo l’intervista fatta la scorsa settimana con Corrado Giustiniani, autore del blog “Nuovi Italiani”, sul sito de “L’Espresso”.

Un momento per fare il punto -aggiornato- sul tema della fuga dei talenti. L’intervista la potete trovare anche cliccando a questo link.

Voci di talenti in fuga. Per ognuno di loro bruciati 100.000 euro

Sotto i riflettori, stavolta, ci sono italiani nati da genitori italiani. Nuovi, semplicemente perché sono giovani. In totale sintonia con questo blog, visto che sono costretti a emigrare. Puoi ascoltare le loro storie ogni sabato, dalle 13.30 alle 14.00, sintonizzandoti su Radio24, e ne esci con un turbinio di sentimenti: dalla sorpresa, all’ammirazione, alla rabbia. Si chiama “Giovani talenti” il programma che compie in questi giorni cinque anni esatti di vita. “Sì, la rabbia c’è – ammette Sergio Nava, giornalista della radio del “Sole” che lo ha ideato e lo conduce fin dal primo numero –. Basti pensare che formare un talento che poi fugge all’estero, dall’asilo fino alla laurea, costa allo Stato una somma molto vicina ai 100 mila euro. E’ un po’ come se la cantera del Barcellona allevasse un giocatore come Messi e poi, sul più bello, lo regalasse al Real Madrid”.

Quanti sono gli italiani che ogni anno cercano fortuna negli altri paesi?
“I dati variano a seconda delle fonti statistiche. Secondo l’Aire, l’anagrafe dei nostri connazionali all’estero, nel 2013 hanno lasciato l’Italia 94 mila persone, secondo l’Istat 12 mila di meno. Metà degli espatriati è compresa nella fascia d’età tra i venti e i quarant’anni. Ma il dato più straordinario è il boom del Regno Unito: nel 2013 le presenze italiane a Londra e dintorni sono aumentate del 71 per cento rispetto al 2012, e quelle della fascia d’età fra i venti e i quarant’anni addirittura dell’81 per cento”.

Come si spiega questa polarizzazione?
“Con la velocità, la dinamica economica che il Regno Unito rappresenta. Certo però, che questo paese comincia a essere alquanto intasato dai nostri. Ma mal che vada, anche se non trovi lavoro, o non lo trovi subito, ti metterai a posto con l’inglese, senza bisogno di attraversare l’oceano”.

In oltre 260 puntate di “Giovani talenti” ne avete raccolte di storie. Ce n’è qualcuna che è rimasta più impressa nella memoria?
“Partirei dalle ultime. Fra le più straordinarie, quella di Gianluca Fratellini, un trentaquattrenne che ha sfondato nel campo dei film d’animazione. All’Università frequentava Informatica, ma non è nemmeno arrivato alla laurea. Un bel giorno mandò un suo curriculum in Lussemburgo, con allegato il suo primo cortometraggio. Lo presero immediatamente. E lì iniziò la sua carriera di “character animator” che lo ha portato in giro per il mondo, da New York all’Australia. I suoi film 3D sono molto sofisticati: ha fatto “Rio 2”, “Happy Feet”, “Hotel Transilvania”, ora è a New York a finire “Era Glaciale 5”. Da Fratellini passerei poi alla Fluentify”.

E cos’è mai?
“Una start-up fondata a Londra da quattro ragazzi torinesi attorno ai 27 anni, Giacomo Moiso, Andrea Passadori, Claudio Bosco e Matteo Avalle. L’idea, che sta avendo grande successo, è stata quella di fornire lezioni in inglese on line con tutor di madre lingua. Uno di loro ha aperto una sede in Italia, perché qui da noi ci sono softwaristi di grande qualità a costi inferiori. Poi citerei un uomo che è un po’ più in là negli anni, Simone Rancan, ne ha 39, e dirige in Cina uno stabilimento tessile con 1.200 addetti. Ma la storia più straordinaria è forse quella di Davide Bolognesi”.

Per quale ragione?
“Perché questo giovane veneto in Italia non riusciva a trovare nemmeno un posto da Mc Donalds. Figurarsi se poteva ottenerne uno al livello della sua laurea, doppiata da master e dottorato. Decide allora di trasferirsi negli Usa. Lavora come cameriere, pizzaiolo, facchino. Finalmente riesce a entrare a Google. Ma non si accontenta. Un giorno vede un bando per l’ufficio governativo della California, a Sacramento. Lo vince. Poi cambia ancora lavoro: ora, a 36 anni, è direttore delle relazioni esterne del Regional Centre di San Francisco. Era arrivato negli Usa nel 2012, disoccupato ma già con moglie e figli”.

E storie di donne, non ne abbiamo?
“Ma certamente. Quella di Margherita Colombo, 33 anni, musicista. In Italia era una precaria e così è emigrata in Germania: a Dresda oggi è una pianista di successo, nonché direttore d’orchestra. Certamente non tutti i giovani italiani che emigrano sono dei talenti, come lo è Margherita. Ma il fatto di decidere di mettersi in gioco, di avere il coraggio di spiccare un salto nel buio, li pone su un livello più alto rispetto a chi questo spirito di iniziativa non ha”.

Cosa raccontano dall’estero? Cosa c’è fuori che in Italia manca?
“Il lamento più ricorrente è l’aver spedito tanti curriculum, senza che nessuna nostra azienda desse loro una risposta. Fuori è diverso: mandi il curriculum, e ti rispondono, sì o no. Poi le maggiori opportunità che ti si offrono e, se ne imbrocchi una, la maggior velocità di carriera. Non sono tutte rose e fiori, ovviamente. Ambientarsi è difficile”.

E a quali condizioni possiamo riportarli indietro?
“Ci avevamo provato con le legge 238 del 2010, detta di controesodo e nata da un’iniziativa bipartisan Pdl-Pd. Per tre anni l’80 per cento del reddito di chi rimpatriava – se donna – e il 70 per cento – se uomo- sarebbe stato esentasse, a condizione che gli interessati fossero al di sotto dei 40-42 anni. In questo modo sono tornati in Italia, se ricordo bene, circa 6 mila connazionali. L’intervento non è stato rifinanziato, ma avrebbe dovuto essere sostituito da una norma diversa di attrazione dei talenti, in grado di ampliarne la portata. Norma che però, purtroppo, l’ultimo Consiglio dei ministri non ha approvato. Ma non è solo la politica che deve agire. La svolta deve essere più ampia: bisogna decidere se continua a prevalere l’Italia delle rendite e delle lobby, o se si decide di aprirsi al mondo e di sfidarlo, realizzando un grande “hub globale” che in tanti settori potrebbe essere vincente: dal turismo alla cultura, nella quale è un suicidio non investire”.

Architetto 3d a Rotterdam

In Storie di Talenti on 26 gennaio 2015 at 09:00

Sarei fiero di raccontare la mia storia da emigrato, inizialmente per un’esperienza a breve termine – poi per necessità“: così si è presentato a “Giovani Talenti” Paolo Faleschini, 39enne architetto 3d al lavoro a Rotterdam, in Olanda, patria del design e dell’architettura.

Una laurea in Architettura allo IUAV di Venezia alle spalle, Paolo si rende conto fin dal periodo universitario che le condizioni di lavoro e le prospettive future per lui -nella Penisola- apparivano più che incerte: lavori in nero, pagati magari cinque euro l’ora, senza la possibilità di poter uscire di casa e vivere da solo, in modo indipendente.

Decide così di inviare un curriculum in Olanda: con sua sorpresa, viene subito chiamato per un primo contratto. Lui non ci pensa due volte, fa la valigia e parte per i Paesi Bassi. Alla scadenza del lavoro opta per restare a Rotterdam, dove -in poche settimane- trova una posizione presso Kaan Architecten.

Lì trova un ambiente di lavoro totalmente internazionale e multiculturale: il percorso che dovrà affrontare Paolo si rivela stimolante, ma complicato. Per arrivare al contratto a tempo indeterminato dovrà infatti passare attraverso ben tre contratti da un anno. Tuttavia, quando l’azienda nota le sue qualità, opta per tenerlo – pur nel mezzo della crisi e dei tagli di personale.

L’unico tentativo di rientro in Italia, a Milano, si risolve invece in un buco nell’acqua…

Mentre i miei colleghi tedeschi, dopo aver fatto un’esperienza di due anni in Olanda, tornavano a casa a lavorare, per me e altri colleghi spagnoli ciò non era possibile: tornare in patria sarebbe stato un suicidio“, riflette disilluso Paolo.

Ospite della puntata è Bruno Gabbiani , presidente di ALA-Assoarchitetti. Con lui commentiamo la storia di Paolo Faleschini, e allarghiamo il discorso al crescente divario di opportunità e stipendio tra architetti giovani e anziani in Italia. Con Gabbiani parliamo anche del servizio “Working Abroad”, avviato da Assoarchitetti.

Nella rubrica “Expats” ci occupiamo di un libro, “Dove Scappo”, che fornisce indicazioni utili sui 30 migliori Paesi al mondo dove andare a vivere. Lasciandosi alle spalle l’Italia. Con noi l’autore, Claudio Bosaia.

Ascolta la puntata collegandoti alla pagina di “Giovani Talenti” sul sito di Radio 24: CLICCA QUI

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La discussione di gennaio: Quanto secondo voi l’Expo di Milano favorirà l’attrazione e la circolazione di giovani talenti in Italia? Un’occasione per rendere l’Italia attrattiva e riportare a casa talenti e professionisti di valore? Oppure il rischio di un’altra occasione persa?”

Inviate le vostre lettere/spunti/riflessioni, specificando il Paese di residenza, a: giovanitalenti@radio24.itI migliori contributi saranno pubblicati sul blog ufficiale della trasmissione e letti in onda alla fine di ogni mese.

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Alla prossima puntata: sabato 31 gennaio, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24

Duecentosessantaduesima puntata di “Giovani Talenti” – Radio 24

In Fuga dei giovani on 24 gennaio 2015 at 09:00

Duecentosessantaduesima puntata di “Giovani Talenti“, la trasmissione di Radio 24 che vi racconta -ogni settimana- la nuova emigrazione professionale italiana.

Al centro della nostra mezz’ora oggi torna l’architettura: andremo fino in Olanda, per raccontarvi la storia di un architetto italiano “under 40”, che nei Paesi Bassi ha trovato piena realizzazione, dopo essersi guadagnato -metro dopo metro, anno dopo anno- la propria posizione. Partendo completamente da zero.

Anche lui, al pari di tanti altri giovani connazionali, vorrebbe poter tornare nlla Penisola. Ma le condizioni non ci sono. L’unica volta che ci ha seriamente provato, neppure gli hanno risposto…

Appuntamento -per saperne di più- alle 13.30 (CET) su Radio 24!

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Controesodo must stay…

In Fuga dei giovani on 21 gennaio 2015 at 09:00

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Mentre scrivo, non è ancora chiaro se il famoso “Industrial Compact” conterrà o meno la norma sul rientro dei cervelli, che prolungherebbe e rafforzerebbe la legge Controesodo, ormai giunta al capolinea.

Da quanto hanno anticipato i giornali, la norma estenderebbe anche a manager e personale altamente qualificato gli incentivi fiscali per tornare nella Penisola.

Torniamo a ripeterlo: Controesodo è ed è stato uno strumento utile a tornare, non certo la motivazione principale al reimpatrio. Ma ha convinto diverse migliaia di indecisi a provarci, attratti da un pacchetto di incentivi decisamente allettante (80% del reddito tax-free per le donne e 70% per gli uomini).

E’ quindi assolutamente imperativo non lasciar cadere nell’oblio la norma, che resta un chiaro segnale di “braccia aperte” verso i nostri giovani più talentuosi, emigrati e disposti a scommettere sull’Italia.

Bene altre norme di questo “Industrial Compact”, come la certezza sulle “regole del gioco” per i grandi investitori, o gli interventi a favore delle Pmi che innovano. Ma non è solo una questione di aziende. Serve investire anche sulle persone.

Il quadro italiano lo ha ben riassunto la Commissione Europea, nell’ultimo rapporto sull’occupazione: l’Italia fa poco per aiutare i giovani a trovare lavoro, non investe su istruzione e formazione, e non crea le condizioni strutturali per favorire l’occupazione femminile.

Una Startupper e un Designer nella Cina profonda

In Storie di Talenti on 19 gennaio 2015 at 09:00

Il mio primo viaggio in Cina mi ha dato un sacco di energia e voglia di fare. Quando sono tornata in Italia, la situazione stagnante del mio Paese non mi pesava più… perché la consideravo già come “passato”: analisi molto lucida e spietata, quella di Alice Zuliani, 29enne startupper a Qingdao, Cina profonda.

Studi in Economia Aziendale alle spalle, Alice scarta presto l’ipotesi di una carriera “classica” da commercialista, anche perché scopre gradualmente come l’Italia non sia più la “terra promessa” per un ventenne, oggi. Neppure il ricco Nord-Est.

La sua vita prosegue, tra un tirocinio non retribuito e i lavori nel weekend per far quadrare i conti e potersi mantenere. Fino a quando un viaggio in Cina le spalanca la frontiera dell’Estremo Oriente.

Rientrata in Italia, la sua unica missione diviene quella di convincere il suo partner, Davide Zuliani, designer, a tentare il salto. Ce la fa: nel giro di pochi mesi la partenza, e l’impatto -tutt’altro che semplice- con la realtà cinese.

Presto nasce l’idea di aprire un’azienda di design: sfruttando le competenze economico-manageriali di Alice e il talento di Davide, insieme all’aiuto di un contatto italiano in loco, nasce BOZU, marchio italiano di design che sta riscuotendo sempre maggiore successo, in Oriente. In Italia, invece, le barriere di ingresso appaiono ancora troppo alte per i loro prodotti.

Essere imprenditori è una sfida continua, quotidiana. Se si vuole rimanere a galla, bisogna fare ogni giorno di più, e meglio, del giorno precedente. E’ un mestiere difficile ovunque, ma sicuramente per noi sarebbe stato impossibile cominciare in Italia“, riflette -amaramente- Alice.

Ospite della puntata è proprio Davide Zuliani, mente creativa di BOZU. Anche per Davide la vita professionale è stata segnata da un “prima” e da un “dopo”. Il “prima” di lavori saltuari e malpagati in Italia. Il “dopo” di un’esperienza da designer-imprenditore in Cina. Dove le sfide quotidiane non mancano. In primis, relative al copyright. Ma almeno esistono anche molte opportunità.

Nella rubrica “Expats” indaghiamo scientificamente la nuova emigrazione italiana a Berlino, una delle città europee più trendy per i nostri giovani di talento. Lo facciamo con Federico Quadrelli, ideatore del sito “Osservatorio degli Italiani a Berlino”. Una miniera di dati e analisi sull’argomento.

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Alla prossima puntata: sabato 24 gennaio, dalle 13.30 alle 14 (CET), su Radio 24

Duecentosessantunesima puntata di “Giovani Talenti” – Radio 24

In Fuga dei giovani on 17 gennaio 2015 at 09:00

Duecentosessantunesima puntata di “Giovani Talenti“, la trasmissione di Radio 24 che vi racconta -ogni settimana- la nuova emigrazione professionale italiana.

Aprire un’impresa di successo nel settore del design, portando la creatività tricolore in Cina… e partendo da zero. Oggi a “Giovani Talenti” l’incredibile storia di due giovani italiani, attualmente imprenditori in Estremo Oriente. Arrivati pochi anni fa, stanno riscuotendo importanti successi, con prodotti esportati in tutto il mondo.

In Italia le prospettive per loro apparivano purtroppo molto inferiori e molto scarse, con lavori occasionali e malpagati. Ma -soprattutto- il clima che respiravano qui sconsigliava la permanenza nella Penisola…

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Dati da segnare in Rosso

In Giovani Italians on 14 gennaio 2015 at 09:00

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In attesa del Jobs Act e -soprattutto- dei suoi decreti attuativi, ricordiamo due soli dati: quello sulla disoccupazione giovanile, salita a novembre alla cifra record di 43,9% (peggio di noi in termini percentuali solo Spagna, Grecia e Croazia nell’UE), con 729mila giovani senza lavoro…

…e quello di Garanzia Giovani, che ormai “vivacchia” poco sopra quota 300mila iscritti, un quinto del bacino potenziale. Segno che il programma sta rapidamente perdendo appeal. Qualità e numero delle offerte di lavoro presenti sul portale certamente non incoraggiano.

Urge fare presto.

Talento d’Animazione… negli USA

In Storie di Talenti on 12 gennaio 2015 at 09:00

In Italia non ho mai trovato un lavoro simile, che mi soddisfacesse. Per questo ho deciso di scrivervi, cercando di introdurvi nella mia vita e nel mio percorso lavorativo all’estero“: così si presenta Gianluca Fratellini, 34enne 3D Character Animator negli Stati Uniti.

Una carriera ad altissimo livello, quella di Gianluca, pugliese di origine, un talento naturale per il cinema di animazione, che sboccia fin dalla scuola superiore – dove però le sue abilità non vengono molto incoraggiate.

A soli 18 anni Gianluca realizza il suo primo corto d’animazione, “A Bug’s Story”, che gli spalanca le porte del primo contratto di lavoro in Lussemburgo. Per arrivare nel Granducato gli è sufficiente far girare il proprio curriculum… Gianluca abbandona così l’università, dopo il primo anno di Informatica.

In Lussemburgo, alla “Oniria Pictures”, Gianluca matura professionalmente, passando dal tirocinio iniziale ad un contratto a tempo indeterminato: il successo vero e proprio per lui arriva però con un altro corto, “Life in Smoke”, che gli porta fama e riconoscimenti a livello internazionale.

Da allora la carriera di Gianluca prende il volo, su scala globale: dal piccolo Lussemburgo il passaggio in Canada è breve. Nello Stato nordamericano il lavoro si sposta -per un periodo- nel settore dei videogiochi. Ma si tratta solo di una parentesi: presto Gianluca torna al cinema di animazione, trasferendosi in Australia per lavorare su “Happy Feet”, che vincerà un Oscar. Poi ancora Spagna, Gran Bretagna, e di nuovo Canada, prima dell’approdo -temporaneo, probabilmente- a New York, dove lo raggiungiamo oggi.

Nel carnet professionale si contano già successi -passati e futuri- quali “Hotel Transylvania”, “Rio 2”, e -presto- “L’Era Glaciale 5” e “Peanuts”.

I cervelli in fuga sono persone che seguono la propria passione, in cerca di un nido, dove venga rispettata“, riflette Gianluca dagli States. Prima di commentare, amaramente: “l’Italia è una bella méta per il turismo. Ed è un Paese così ricco di talenti…

Ospite della puntata è Bruno Bozzetto, probabilmente il più noto animatore, fumettista, regista e sceneggiatore di corti in Italia. Con lui commentiamo la storia di Gianluca, alla luce anche della sua lunga esperienza in Italia. E cerchiamo di capire come favorire lo sviluppo e la crescita professionale di giovani talenti nella Penisola, nel settore dell’animazione.

Nella rubrica “Expats” ospitiamo la prima puntata del 2015 di “Andata”, a cura di Aldo Mencaraglia. Aldo ci regala subito sei consigli utili su come andare a lavorare all’estero.

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