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Il Manifesto degli Espatriati

I blog “La Fuga dei Talenti” e “Vivo Altrove” lanciano un’iniziativa senza precedenti: un “Manifesto degli Espatriati“, che condensa in dieci punti i motivi che stanno portando -e hanno portato- centinaia di migliaia di giovani qualificati e ad alto potenziale a lasciare il Paese.

Il “Manifesto” è aperto alla sottoscrizione di tutti coloro che vivono all’estero. FIRMA ANCHE TU!

Lo slogan è:

+++Firma anche tu: Impegnati a rendere l’Italia “un Paese per Giovani”+++


IL MANIFESTO:

1. Il fenomeno dell’espatrio dei giovani professionisti qualificati dall’Italia è un’emergenza nazionale. Si parte, ma non si torna (se non per assoluta necessità), né si attraggono giovani di talento da altri Paesi. In Italia non esiste “circolazione” dei talenti.

2. L’Italia non è un Paese per Giovani. È per questo che siamo dovuti andar via, o non possiamo a breve farvi ritorno. L’Italia è un Paese col freno a mano tirato, nella migliore delle ipotesi. Un Paese dove la classe dirigente -che si autoriproduce da decenni- ha fallito. All’estero i giovani hanno uguale diritto di cittadinanza delle generazioni che li hanno preceduti.

3. Il processo selettivo all’estero è di gran lunga più trasparente e meritocratico rispetto all’Italia. Anche la quantità di offerte lavorative è maggiore, di migliore qualità e meglio pubblicizzata.

4. Il percorso di carriera all’estero è chiaro, definito e prevede salari mediamente di gran lunga maggiori rispetto all’Italia, soprattutto per giovani neolaureati.

5. All’estero non conta l’anagrafe: puoi ottenere posizioni di responsabilità a qualsiasi età, se vali. Anche a 25 anni.

6. La “raccomandazione” all’estero è trasparente: chi segnala ci mette la faccia e si gioca la reputazione. In Italia è nascosta, premia i mediocri, i “figli-nipoti-cugini di” e i cooptati. Il nepotismo è una piaga nazionale, da debellare anche mediante l’introduzione di uno specifico reato penale.

7. All’estero si scommette sulle idee dei giovani. Le si finanzia e le si sostiene, nel nome dell’innovazione. In Italia -invece- i finanziamenti vanno prevalentemente a chi ha un nome o un’affiliazione.

8. All’estero esiste -in molti casi- un welfare state che sostiene i giovani, per esempio attraverso un reddito minimo di disoccupazione o sovvenzioni per il pagamento dell’affitto. In Italia il Welfare State è quasi interamente “regalato” agli anziani. I giovani sono abbandonati a se stessi, a carico delle famiglie. Il vero “ammortizzatore sociale” nel Belpaese sono le famiglie: lo Stato, la politica, hanno fallito.

9. All’estero esiste il ricambio generazionale: in politica, come in imprenditoria, come nell’accademia o negli altri settori della società civile, le generazioni si cedono il passo, per far progredire la società.

10. Noi giovani professionisti italiani espatriati intendiamo impegnarci, affinché l’Italia torni ad essere un “Paese per Giovani”, meritocratico, moderno, innovatore. Affinché esca dalla sua condizione terzomondista, conservatrice e ipocrita. E torni ad essere a pieno titolo un Paese europeo e occidentale. Ascoltate la nostra voce!

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  1. La questione e’ mal posta. Il problema non e’ fare dell’Italia un paese per giovani. Il problema sono la mafia e le dinastie familiari. I giovani e giovanissimi nati nella famiglia giusta in Italia stanno benissimo. Vedi il figlio di Bossi, tanto per fare un esempio recente. Il governo berlusconi ha molti giovani, ma tutti sbagliati!

  2. Originaria di Bologna,emigrata a Parigi 10 anni fa.lavoro nel campo delle risorse umane.

  3. Oh, sì. Vivo e lavoro in Germania da due anni e concordo con quasi tutto. Sui salari “di gran lunga maggiori” avrei forse qualcosa da ridire, ma mi rendo conto che Berlino sia un caso a parte in Germania.

    A parte questo, complimenti per il blog; l’ho appena trovato per caso e continuerò certamente a seguiro 🙂

  4. Sono un ingegnere professionista e imprenditore che lavora nell’area del Sud East Asiatico e della Cina. Mi sembra che si siano colti i punti essenziali con solo due note. Una sul punto 10 già posta dal Sig. Francesco, infatti non si capisce cosa un espatriato potrebbe fare sulla ammalorata società clientelare Italiana che mette giovani chiurghi o professori o dirigenti incapaci (raccomandati) dove andrebbero invece messi i talenti, gli esperti, i bravi VERI e seri (dobbiamo mettere bombe? No certo, per questo che ce ne andiamo) . L’altra è che più lingue si parlano e più si ha potere e successo. Gli Italiani spesso sono in gambissimi, ma non riescono talvolta ad esprimere questa loro peculiare capacità per problemi linguistici.

  5. Interessante il punto 6 che propone un reato penale per chi accozza e amici parenti e conoscenti. Il punto 10 mi sembra un po’ aria fritta…..mi sembra possa provare a fare qualcosa chi rimane, non chi parte. Chi parte ha già fatto la sua scelta….!

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