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Il tramonto della squadra azzurra ai Mondiali di calcio in Sudafrica presenta delle inquietanti somiglianze con la situazione attuale del Paese. Un fatto che molti hanno sottolineato, nelle drammatiche ore che hanno seguito l’altrettanto drammatica eliminazione degli ex campioni del mondo: un condottiero vecchio e arrogante, praticamente richiamato dalla pensione e dalle serene passeggiate con i nipotini in riva al mare; un nucleo di “senatori” vecchi, resi immortali a Berlino, ma finiti poi nella polvere in Sudafrica, senza più fiato in corpo; infine un gruppo di giovani cooptati, senza troppa arte né parte. Mentre i pochi giovani calciatori di classe di questo Paese venivano lasciati a casa… Meglio gli “average”, meglio i mediocri. Quelli non creano problemi, se ne stanno buoni buoni a prendere ordini dai vecchi. Il talento nel Belpaese dà fastidio. Soprattutto se giovane.
La somiglianza con l’Italia-Paese reale del 2010 è impressionante: “Siamo l’Italia di Cannavaro e Camoranesi: non stanno più in piedi ma continuano, senza rispetto per sé e per chi è costretto ad aspettare il proprio turno. Siamo l’Italia dove c’è chi si fa vanto di aver dato uno spiraglio ai quarantenni. I quarantenni, santo cielo. Dove chi dirige la baracca è la stessa faccia che torna, a furor di popolo. La gioventù da noi non brucia. Manco s’accende“, ha scritto in un bell’articolo Gabriele Romagnoli su “La Repubblica”, all’indomani dell’eliminazione.
Un’Italia vecchia, un’Italia che scricchiola, un’Italia che imbarca acqua nel suo lento affondamento. Non che gli “altri” non ci provino, ad avvisarci da fuori: in un bell’articolo appena uscito su Time Magazine, Stephen Faris si chiede se ce la faremo ad evitare un collasso economico. La risposta è quella che io do’ da tempo: stiamo lentamente affondando, vendendo l’argenteria di famiglia. Il “piano di salvataggio”, il bail out, dei giovani “under 40” di questo Paese è interamente affidato ai risparmi dei genitori. E quando questi finiranno che succederà? A chi chiedere soldi in prestito?!? Del bell’articolo di Reuters abbiamo già detto, riportandolo integralmente nell’ultimo “post” domenicale. Basti dire che -anche in questo caso- il refrain dominante era: l’Italia si sta lentamente suicidando. Infine, anche il francese “Les Echos”, in un articolo di recente pubblicazione che cita il nostro libro “La Fuga dei Talenti”, ricorda per l’ennesima volta la “Fuite des Talents”…
Certo, fa ridere che -per prendere un settore a caso (ma non troppo)- il tema dei giovani abbia fatto capolino anche nei temi della maturità: “il ruolo dei giovani nella storia e nella politica”, questa una delle tracce presenti. Come ha scritto Andrea Romano su “Il Sole 24 Ore”, “i maturandi del 2010 sono immersi in una retorica giovanilistica sovrabbondante, ma assai povera di risultati“. Fa quindi ridere l’altrettanto retorica esortazione del grand commis di Palazzo Gianni Letta, che chiede ai giovani di “fecondare il dibattito, un po’ stanco, della politica o dei luoghi deputati a discutere”, per risolvere quei problemi che i “vecchi” non sono stati capaci di risolvere. O che non intendono risolvere, verrebbe da aggiungere, tantomeno con l’aiuto di chi potrebbe veramente farcela.
La CNA dell’Emilia Romagna ha ben sintetizzato il problema:
-nel 2008 un italiano su sei aveva meno di 35 anni, nel 2020 sarà uno su sette;
-in Italia solo il 3% di figli di operai riesce a salire la scala sociale;
-nel 2005 -ad un anno dalla laurea- trovava posto più della metà dei giovani (56,9%), nel 2006 siamo scesi al 53%, nel 2007 al 47%;
-nel 1997 gli “under 35” costituivano il 22% degli imprenditori, nel 2007 il 15%;
–last but not least, 34mila giovani ricercatori lasciano l’Italia fuggendo all’estero.
Serve “un nuovo Risorgimento”, per dirla con Alessandro Fusacchia di RENA (Rete per l’Eccellenza Nazionale), in un bell’intervento che consiglio di leggere assolutamente, da lui tenuto a metà maggio nell’assemblea annuale del Gruppo Giovani Imprenditori di Torino. Cito solo un passaggio, ma vi allego il link affinché possiate consultare il testo integrale: “Da questo Paese non se ne stanno andando i migliori ricercatori, se ne stanno andando TUTTI. C’è una GENERAZIONE che sta migrando. Chiunque può, se ne va“.
Amen.