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Storie di Talenti/10

In Storie di Talenti on 16 dicembre 2009 at 09:00

“La Fuga dei Talenti” prosegue nella sua iniziativa per dar voce alle migliaia di giovani italiani espatriati: raccontaci la tua storia, spiegaci perché te ne sei andato, perché hai lasciato l’Italia e come vivi oggi. Soprattutto, come vedi e percepisci l’Italia dall’estero? Quali sono le maggiori differenze -in termini lavorativi e di qualità della vita- tra il Paese dove risiedi e il nostro?

+++Invia la tua storia (20-30 righe) a storietalenti@gmail.com: sarà pubblicata su questo blog+++

OGGI OSPITIAMO LA STORIA DI SILVIA, EMIGRATA IN SVEZIA E AUTRICE DEL BLOG “ONE WAY TO SWEDEN

Mi chiamo Silvia Mainardi, e scrivo da Norrköping, 170 km a sud-ovest di Stoccolma, Svezia.

Ho 31 anni, di professione faccio il medico, sono specialista in medicina interna con indirizzo urgenza, e mio marito Gabriele, 38 anni, in Italia era meteorologo e lavorava presso un´agenzia regionale per l´ambiente.

Ce ne siamo andati dall´Italia nell´aprile di quest´anno. Perche´? Per quanto mi riguarda, dopo la specializzazione conseguita nel gennaio 2009 (e nonostante i miei 110 e lode della laurea, i 70 e lode della specializzazione, notevole esperienza lavorativa e un CV di tutto rispetto), non sono riuscita a trovare possibilita´ concrete di un lavoro non precario in Veneto, dove abitavamo. Le uniche due possibilita´ che mi erano state proposte erano:

– lavorare con Partita IVA in un pronto soccorso vicino a casa (sperando in un concorso per l´assunzione, che a tutt´oggi non e´ ancora stato indetto…) e con uno stipendio netto di circa 1200 euro, per circa 50 ore alla settimana di lavoro (festivi, superfestivi e notti comprese, niente maternita´, malattia, assicurazione infortuni, assicurazione professionale)

-tentare un concorso (sempre in Pronto Soccorso, in una localita´ a 1 ora e mezza di auto da casa… il che avrebbe implicato cambiare domicilio), per un lavoro tutto sommato poco allettante.

Chi avrebbe vinto gli due altri concorsi per ”medicina interna”, indetti nel frattempo in due ospedali pubblici della zona… si sapeva gia´ (e così -infatti- e´ stato).

Mio marito, da parte sua, dopo 10 anni (!) di precariato con contratti a Partita IVA rinnovati ogni anno presso lo stesso identico (!) posto di lavoro, si è ritrovato -una volta assunto come dipendente a tempo indeterminato- con uno stipendio ancora inferiore a prima, le carte in tavola cambiate (obbligo di turni non previsti dal contratto di lavoro, nonche´ minacce da parte dei superiori), e nessuna possibilita´ di carriera, nonostante tanta volonta´ di lavorare bene, un atteggiamento propositivo e idee di cui avrebbero beneficiato tutti – senza oneri per l´azienda.

E poi: che futuro per i nostri figli, in un Paese dove la massima aspirazione e´ far “fesso” il prossimo, o diventare famosi come tronisti e veline: dove non sei nessuno se non hai conoscenze politiche o affiliazioni a qualche potente ?

Cosi´ siamo finiti in Svezia, dove mi e´ stato offerto da subito un contratto da specialista, a tempo indeterminato, in un ospedale pubblico, con quei riconoscimenti (non solo economici) che pensavo di meritare anche in Italia. Qui sono apprezzata per il mio lavoro, e mi hanno gia´ proposto un avanzamento di carriera e una posizione di alta responsabilita´.

Mio marito e´ in attesa di poter iniziare un progetto all´istituto meterologico svedese, e nel frattempo -senza troppi problemi burocratici- ha aperto una piccola attivita´ individuale, sempre nel campo della meteorologia (e per la cronaca paga meno tasse di quando faceva lo stesso in Italia con Partita IVA).

Ovviamente non e´ stata facile, la lingua e´ stata l´ostacolo più duro, e a questo si somma la lontananza dagli affetti rimasti in Italia. Ma per il momento non pensiamo affatto a tornare, se la situazione in Italia resta quella che e´.

Per chi fosse curioso di leggere qualcosa in più su di noi, teniamo un blog dove parliamo di noi, del perche´ della nostra emigrazione, della vita e del lavoro in Svezia, e di molto altro:

CLICCA SU: http://onewaytosweden.blogspot.com

Un saluto !

Silvia Mainardi


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